A sanare una carnosità di dentro alla verga dell'huomo, se ben fosse vecchia di molto tépo.

Pigliate fecce di mele stillato, o vero non havendo tal fecce, pigliate il mele, e mettetelo in una pignatta ad abbruciare, e poi pigliate quelle fecce negre, e mettetele in un'altra pignatta, o in una padella di ferro, nella fornace de' vetrari, o de' boccalari a calcinare per tre, o quattro giorni a buon fuoco, e haverete una materia gialla, come boro: laqual'è ottima a usar sopra d'ogni piaga, che consuma la carne trista, mondifica e salda poi la buona, e non fa dolore. Onde è molto migliore d'adoperare per le piaghe che il precipitato che communemente usano i Chirurghici.

Di quella polvere pigliatene un'oncia, di sterco di cane due once, di tartaro di vin bianco meza ottava d'oncia, o meza dramma, di zucchero fino un'ottava, di allume di rocca bruciato un'altra ottava, e altretanta tutia: e ogni cosa sia benissimo pestato, e macinato e passato per setaccio stretto.

Poi abbiate frondi d'olive verdi, e fatele pestare in un mortaro di pietra, bagnandole con un poco di vin bianco, e come sono ben poste, premetele al torcolo, o fra due taglieri, e raccogliete quel suco, e aggiungetevi altre tanto suco di piantaggine, e mettetelo in una pignattina al fuoco, e unitevi buttando a poco a poco le dette polveri sempre mescolando, e ultimamente aggiungetevi un poco di cera verde, e un pochetto di mel rosato, e fatelo venir come un unguento liquido e serbatelo, che che è pretioso a consumar carnosità in luoghi delicati, ove non bisogni cosa forte, che faccia dolore, sicome il membro virile, e il naso, e c.

Et quando volete adoperarlo alla carnosità della verga, o del membro virile, habbiate prima uno schizzatore di quelli da gonfiare i balloni da giuocare, e empitelo di vin bianco, dove sian bollite rose secche, e foglie di piantaggine, mescolandovi un poco di latte di donna, se ne potete havere, se non di capra, et con quel vino procurate di lavare con quel gonfiatore la verga molto bene di dentro, e poi abbiate una candeletta lunga lunga di cera di tanta grossezza che possa entrar nella verga, e nella punta, o piè di essa, metterete dell'unguento sopradetto, e faretela fare un poco calda, o tenera al fuoco acciò non si spezzi, e poi mettetela dentro alla verga, facendo che vada più dentro che sia possibile tal che truovi la carnosità, e vi lasci l'unguento, e lasciatevela un poco, e poi cavatela; e così fate mattina e sera, stando in letto col ventre in su, quando mettete, e tenete la candela con detto unguento, e vedrete effetto raro, che in pochissimi giorni sarà sano perfettamente senza pericolo alcuno.


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Questa pagina è stata curata da Marco Moraccini, con la collaborazione di sua moglie Anna Satti e della figlia Serena Eva


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