A guarire una donna, che havesse la madre fuora della natura.

Pigliate una pietra viva, che sia stata sotto terra, e che non habbia visto aere per molti giorni, e mettetela in un cruciolo coperto, e mettetelo in un gran fuoco, e dapoi che sarà ben calda, mettetela in un mastello, e spruzzatela di aceto, e fate che la donna stia di sopra, che si faccia profumo, e questo sia la sera tardi, e fatela colcare in letto, poi habbiate ruta, e cavate il succo, e fate una ballotta di bambace, e attaccateli un filo che si possa attaccare alle coscie, e la detta ballotta bagnate col suco della ruta e mettetelo alla bocca della madre, che subito la madre piglierà la ballotta, e tireralla dentro, e essa si tirerà al alogo suo, però siate accorti a far buona ligatura alla ballotta, che non rimanga dentro. Dapoi fate la untione per ungere le reni, pigliate pan porcino e ruta, ana, e pestatele ben minute, e habbiate una pignatta, e mettetela a bollire con oglio antico, tanto che cali un terzo, poi rifreddatelo e struccatelo tanto, che gli caviate la sostantia, e poi rimettetelo in un'altra pignatta nuova, e mettetegli un poco di cera nuova, pure scaldando tanto che s'incorpori bene, con laquale ungete le reni, e poi mettete sopra della stoffa che sia calda, e infasciate come si infasciano i fanciulli. Avertite che la donna vuol stare in letto con le reni in giù, e con capo basso, e con le natiche alte. Et farete questo una sera sì e l'altra nò, e così farete tre volte, e sarà liberata. Et sia il suo mangiare cose calde, come piccioni, galline, con spetie, e altre cose tali. Et senza dubio sarà liberata se ben fusse mal di trent'anni.


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Questa pagina è stata curata da Marco Moraccini, con la collaborazione di sua moglie Anna Satti e della figlia Serena Eva


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